Il ruolo dei trattamenti adulticidi alle zanzare nei Piano arbovirosi, un diverso punto di vista

Nel numero 10 (giugno 2023) di “+Pest Management – Speciale problematiche sanitarie” si è potuto leggere un articolo incentrato sul “Ruolo dei trattamenti adulticidi alle zanzare nei Piani arbovirosi” al quale appare doveroso dare risposta, esponendo un diverso punto di vista. L’articolo di giugno inizia infatti con una interessante ed equilibrata dissertazione sulla lotta adulticida e come questa si inserisce nel Piano Nazionale Arbovirosi PNA, poi, si entra nel merito del l Piano Regionale Veneto con commenti che risultano non condivisibili, non circostanziati e contraddittori. Al fine di assicurarsi che i lettori non abbiano a trarre conclusioni errate su quanto indicato nel Piano Veneto, si risponde ai punti critici sollevati.

Il punto centrale dell’analisi è su come il Veneto consigli il ricorso a trattamenti adulticidi con prodotti residuali, sia contro Aedes albopictus in aree verdi, che contro Culex pipiens, all’interno di edifici.

Lo scrivente dell’articolo riporta come l’uso di prodotti residuali è previsto anche dal Piano della Regione Emilia Romagna dove però si indica come questo può indurre resistenza, dicendo contemporaneamente come non esistano “numeri significativi” di studi scientifici che indichino i vantaggi dei prodotti residuali nelle emergenze sanitarie. A questo proposito si desidera far notare che:

  • il meccanismo che porta all’insorgenza di resistenza agli insetticidi è un fenomeno che inizia nel momento stesso in cui si utilizzano insetticidi, che siano essi residuali o abbattenti. Non esistono studi scientifici realizzati nei nostri ambienti che dimostrano come i trattamenti residuali eseguiti con prodotti commerciali inducano insorgenza di resistenza più dei trattamenti abbattenti. Lo scrivente confuta le nostre opinioni adducendo la mancanza di bibliografia ma poi non supporta le sue affermazioni con studi pubblicati;
  • il fatto che i trattamenti residuali siano efficaci nel contenimento della zanzara tigre, nei nostri ambienti e con prodotti commerciali, è frutto di molti anni di osservazioni sia come applicatori che come coordinatori ed è provato anche da studi pubblicati come ad esempio “D. Corcos et al. Effects of natural pyrethrum and synthetic pyrethroids on the tiger mosquito, Aedes albopictus (skuse) and non-target flower-visiting insects in urban green areas of Padua, Italy - International Journal of Pest Management (2019) ISSN: 0967-0874” dove si dimostra peraltro il non significativo impatto (per quei prodotti, applicati in quei siti, con quelle modalità) sulla fauna pronuba
  • I trattamenti di emergenza con prodotti residuali sono indicati nel PNA nelle "specifiche sull'intervento per il controllo di Aedes albopictus e Culex pipiens in caso di emergenze (allegato 9 e 10). Ci sembra quindi inappropriato che un Piano Regionale debba contrastare una indicazione Nazionale (ubi maior minor cessat). I trattamenti residuali riguardano comunque superfici limitate e l'applicazione del prodotto non deve essere effettuata con atomizzatore montato su Pickup.

Lo scrivente dell’articolo di giugno si chiede “se si sia raggiunto lo scopo di ridurre la densità di Zanzara Tigre entro i valori di rischio epidemiologico per un numero di giorni davvero significativamente più alto rispetto ai trattamenti cosiddetti abbattenti”. Questo è provato dalla pubblicazione sopra citata.

Nell’articolo sembra si voglia far passare la bontà dei trattamenti abbattenti in rapporto ai danni causati dai residuali, ma poi si indica come “piretro e piretroidi (anche quelli considerati fotostabili come Cipermetrina, Deltametrina e Permetrina) all’aperto e alle temperature estive sono velocemente degradati.” Con questa affermazione in pratica chi scrive dice che i prodotti residuali di fatto non lo sono, senza rendersi conto che se così fosse allora tutto lo sproloquio contro i prodotti residuali non avrebbe alcun senso.

Nell’articolo si indica correttamente come l’esecuzione di trattamenti residuali comporti applicazioni in alto volume, con produzione di gocce molto grossolane mentre invece gli abbattenti vengono applicati con particolati molto più sottili. Su questo argomento non viene espresso un giudizio di merito, anche se per come viene riportato sembra che ciò non riscontri l’approvazione dello scrivente, mentre a nostro avviso i trattamenti eseguiti con particolato sottile sono da sconsigliare per l’elevata deriva che ne consegue. La deriva porta le goccioline a percorrere distanze elevate, impattando nell’ambiente su organismi non target e sulla popolazione, anche in virtù del fatto che i trattamenti adulticidi contro la zanzara tigre sono tipicamente eseguiti in contesti urbani.

Il piano Regionale Veneto, quindi, non incentiva assolutamente il ricorso ai prodotti residuali, e in senso più ampio agli adulticidi.

Ultimo punto è quello inerente ai sistemi automatici di distribuzione degli insetticidi. Indipendentemente dalle opinioni personali non riteniamo che una Regione possa negare l’utilizzo di prodotti autorizzati dal Ministero della Salute, per lo stesso principio precedentemente espresso per cui un’autorità superiore non può essere smentita da una inferiore. Certo è che i sistemi automatici devono essere fortemente limitati e controllati nel loro utilizzo ma se un prodotto è registrato per essere così applicato, questo non può essere impedito.

Dott. Simone Martini